Ladri di vita

Dovrei piantarla di leggere i blogaltrui. Credo sia un esercizio pernicioso per il mio mondo emotivo: devo smettere.
Purtroppo adoro immergermi nella vita degli altri, cercando di riviverne le emozioni, di riassaporarne gli odori, pur consapevole che queste sensazioni non saranno mai mie, mai vere. Leggerli non solo mi sazia, ma nel contempo mi distrae e finisce che vivo la mia vita - che già non è che sia un granché, ed è forse questa la cagione di tutto - con troppa superficialità.
Sento, quando leggo i blog che più mi emozionano, di vivere grazie all'ossigeno e ai polmoni di altri ed è una condizione insopportabile; rende troppo dipendenti. Addirittura a volte mi accorgo di provare una curiosità morbosa e sinceramente comincio a farmi schifo.

13 commenti:

È un periodo che mi stufa il solo interesse.

Matteo, perché sei così cattivo con te stesso? La curiosità secondo me è una bella cosa perché porta nuove scoperte, su di sé e sugli altri...e poi il rovescio positivo di queste sensazioni di cui tu parli è sicuramente una grande capacità di empatia, che non è da tutti.
Non credo che tu rinunci a vivere per bloggare!
ps a proposito di curiosità, mi è sempre rimasta quella di capire cos'era l'effetto indefinibile di cui parlavi la prima volta che hai commentato il mio blog...se ti va di dirmelo, ovviamente.

Potrei spiegarti perché sono così duro con me stesso, ma ci vorrebbero anni.

Spero sia solo un caso, ma questo post in qualche modo ti riguarda. E la cosa strana è che l'hai capito, maledizione ;-)!
Sono tutte sensazioni che ho provato la prima volta che son passato da te, per questo non sapevo se sarei tornato. Tutte emozioni che di certo avevo già ascoltato, ma che mai si erano messe a gridare così. Senti dentro di te quando la curiosità non è più sana (o non è più quella sana), ma è contaminata dalla sindrome "grande fratello".
Del resto anche l'empatia - che rimane un aspetto interessante - nel mondo virtuale ha dei grossi limiti, non la puoi raggiungere. È difficile essere empatici nella realtà figuriamoci in rete. In fondo è solo un modo per non parlare di curiosità (a volte morbosa). Il mondo dei blog si regge solo sulla curiosità e inizio a stufarmi.
Ho pensato fosse giusto scrivere queste frasi più che altro per renderle altro da me.
Mi sembra davvero un pensiero fuori dalla realtà o perlomeno ai margini.

Il mondo dei blog si regge solo sulla curiosità e inizio a stufarmi scrivi e in parte concordo..dico in parte perchè cmq io trovo lo scrivere e il leggere come sottolinea Lophelia un modo (anche se da molti criticato come impersonale) per scambiarsi sensazioni, emozioni, frustazioni etc..e condividerle...se ci pensi bene più che curiosità ( che cmq fa parte anche delle relazioni sociali umane e "comuni") parlerei di comuni interessi.

Come Pib sa, il discorso è complicato e mi sembra indicativo che ci troviamo qui a discuterlo proprio noi.

Io sento molto quello che dici Matteo e lo condivido, questa sensazione di non poter smettere di leggere, di cercare di capire chi sono gli altri, vivere attraverso le loro emozioni...a me il blogging ha regalato tantissimo ma non vorrei che mi stesse presentando il conto.

citandovi in ordine sparso:

"Over the hedge" può diventare "over the edge"...e ancora

La via di mezzo credo si trovi dopo aver oscillato a sufficienza prima da una parte poi dall'altra. Di "sufficienza" ognuno deve trovare la sua.

La comunicazione virtuale ha molti limiti, ed è importante averlo presente. In compenso regala il sogno di potersi sintonizzare facilmente con persone con cui hai qualcosa in comune, più difficile nella realtà quotidiana dove spesso non c'è molta scelta. Parlando di empatia comunque non mi riferivo alla rete, posso immaginare che tu l'abbia nella vita reale come lato buono di questa "sovraesposizione" agli stimoli emotivi di cui soffri in rete.
Per conto mio non è solo curiosità quella che muove questi percorsi, ma anche il bisogno di rassicurazione che si prova scoprendo che non si è soli a provare certe cose, e in questo senso alcune identità virtuali ci risuonano più di altre. Almeno per me è così, non so per te.
ps non pensavo di avere una vita così interessante, ora comincerò a tirarmela;D

Matteo, hai creato un mostro...;))

La rete genera mostri...

I rapporti sociali nati grazie alla rete sono un'illusione.

Per mancanza di tempo riprendo quello che ho già scritto da Chiara.
Non so se sia una ricchezza conoscere gente tanto diversa, che mai avresti incontrato nella vita reale. Dipende dal simgolo caso. In ogni modo io spero di non dover mai conoscere (virtualmente s'intende, visto che nella realtà è impossibile) un nazi. Questo sarebbe illogico e resterà tale. Se capitano incontri tra persone molto distanti è perché è giusto così, in qualche modo è logico aprirsi con chi non si conosce, è più facile, non ci si compromette. Credo che la vita virtuale sia troppo semplice, troppo comoda, mancano le prove, mancano i gesti, manca la volontà. Sono solo parole e emozioni (che dal mio punto di vista non sono difficili da condividere), perciò se rimane tale è destinata a spegnersi - o a richiedere un gran lavoro...
Con qualche sfumatura differente ne avevo già scritto qui.

@ Lophelia da qualche giorno vedo il tuo blog con occhi più normali. Il mio mostro è rientrato. Tu se vuoi tiratela pure ;-)

Sono assolutamente d'accordo con quello che scrivi, avevo già letto anche il precedente post e mi aveva colpita per l'insieme di verità e provocazione.
Mancano in rete tutte le spigolosità con cui i rapporti reali ti mettono continuamente alla prova. E' troppo comodo.

Sono contenta che il tuo mostro sia rientrato...io i miei cerco di abortirli, allevarli poi è costoso, mangiano come maiali.

ma no... senza la curiosità la vita è tristissima... continua a fare il "guardone"!
g

Gavy guarda che vengo a spiare anche la tua di vita ;-)

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