Il piccolo critico si tira giù le braghe

Dicevo che non mi convinceva, quella donna. E dire che nemmeno avevo così tanta esperienza, con le donne.
Ci guardava sempre minacciosa pronta a sedare, con un urlo, ogni respiro fuori posto. A metà della lezione si alzava e leggeva il tema peggiore (di solito il mio). A lettura ultimata, esasperata dal martirio grammaticale e sintattico, con lacrima prospiciente gridava: “Non dovete mai scrivere così, questo non è un tema d’italiano, è uno schifo! Dovete mettervi in testa che scrivere e parlare sono due cose diverse, separate. Non seguite il suo esempio" proseguiva, puntandomi l’indice.
"Siamo intesi? Mai. Che.”
Io guardavo la prof. ‘so-tutto-io-e-non-la-do-a-nessuno’ incredulo, non ci volevo credere, per me erano la stessa cosa. In fondo il processo era lineare: prima parlavo a me stesso e poi scrivevo, altro che separazione. I suoi giudizi non mi toccavano, ché non avevo nessuna intenzione di scrivere bene, come voleva lei. Non mi arrabbiavo né badavo ai suoi consigli.
Con il tempo però ho cambiato opinione, almeno parzialmente. Ho capito che parlare e scrivere non sono la stessa cosa, ma ho anche scoperto che se riesci a mischiarle bene allora sei uno che ci sa fare. Insomma buona cosa è distinguere, pessima è dividere. E ogni volta che incontro un libro scritto con la voce impazzisco, io. Il libro di Braga è così. Una sorta di blog a flusso continuo, ironico e leggero – mica uno può star sempre a leggere Musil.
Come un redivivo Learco Ferrari, il Nostro si destreggia tra corsi di scrittura creativa, presentazioni di libri, incontri fluviali con editori e sollazzi alcolici. Un vero spasso, questo libro, dico sul serio.
Braga è uno che scrive come parla, parla come mangia e quando mangia (poco per la verità) si gusta i cibi per quello che sono: pane al pane vino al vino, mica pensa alle conseguenze, lui.
Io uno come lui lo vorrei avere come amico, ci vorrei andare in giro, la sera, alle presentazioni, ai corsi e a bere quanta più vodka possibile, ché mi piace molto moltissimo. Vorrei vedere i suoi tic, il suo sguardo sulle cose, sulle persone e in che modo memorizza tutto, ché c’avrei solo da imparare, e anche tanto.

Dite che se gli scrivo mi invita ad un aperitivo?

[Questa pseudo recensione vuole imitare, con tutti i suoi limiti, lo stile di Braga. Scusa Beppe].

16 commenti:

Uffiiii sono costretta a dirti che mi piace un casino questa recensione...l'introduzione personale è fantasticaaaa......lo stile semplice e diretto....oh deciso leggerò Braga....veramente carina....
-Tua Very-

Scrivigli! La definizione di libro scritto con la voce l'ho trovata geniale.

distinguere e non dividere...non è facile..e chi riesce ad insegnare vuol dir che non sa fare...le persone migliori non riescono mai ad esprimersi!è il nostro problema caro Matteo...ma di certo non mi cavo dal tuo cuore!
la solita sara

MMMmmMM anche io scrivo tutto cio' che mi passa per la mente e di solito non rileggo mai quel che scrivo perchè so che lo correggerei o addirittura lo cancellerei .. dovrei fare un filtro che passa attraverso testa dita ... ed evitare cosi di scrivere tante caxxate :)))

@ Very grazie davvero sapere che il post ti è piaciuto tanto da dover leggere il libro mi sembra il complimento migliore (chiederò una percentuale a Braga).

@ Pib vedrò di contattarlo, devo solo prendere un po' di coraggio.

@ Sara le difficoltà relazionali e comunicative possono avere un lato affascinante, ma io preferirei stare senza.

@ Carmen, è un buon esercizio rivedere (dopo almeno un giorno) quanto si è scritto; la chiarezza migliora di molto. È vero la tentazione di postare è difficile da trattenere.

Non è la tentazione di postare che non mi fa rileggere quel che scrivo ma è solo che io non rifletto quando lo faccio è come se le mie dita scrivessero i miei pensieri o le mie lettere o le mie idee senza pensarci .. Non sempre vorrei scrivere cio' che si legge ma ormai una volta che le cose son impresse non le ricancello!!! Son strana lo so :)) Ma che si ci puo' fare :))

mi pare una cosa ben riuscita:)

caro Matteo, ciao, sono Braga, sì, proprio lui, in persona.
passavo da vibrisse, ho visto il tuo commento (grazie) e sono venuto qui.
e allora ti ringrazio anche per la recensione che hai fatto del libro.
scrivimi pure che ti risponderò con piacere.

ti saluto, a presto

Mannaggia, volevo farti i complimenti per la recensione, ma dopo il commento di Braga.... ubi maior... :)

EVVAI!

:)

Ho capito che parlare e scrivere non sono la stessa cosa, ma ho anche scoperto che se riesci a mischiarle bene allora sei uno che ci sa fare. Insomma buona cosa è distinguere, pessima è dividere.

Ma è magnifico... Per questo meriti un 10!!!

Grazie a tutti sono commosso. Non resta che strofinarsi le nocche sulla giacca ;-).

Dai, che quest'aperitivo insieme mi sa proprio che andrete a prenderlo!
Complimenti per la recensione!

Ci riprovo.. ( il primo commento è svanito nel nulla..)

"un libro scritto con la voce" è una frase strepitosa..

A me capita di scrivere cercando di lasciare sulla carta anche i toni, non solo le emozioni.. ( non sono così sciocca da definirmi una scrittrice, per carità!!).. ma quando rileggo ciò che scrivo a volte ne colgo i toni : il "gridato", il "detto sottovoce", il " non detto ma solo pensato".. Cosa strana, riesco di più se scrivo a penna che non su pc..(o colgo i toni, forse solo perchè sono io a rileggere in effetti).. mah!

La tua recensione è molto bella.La curiosità di leggere il libro comunque c'è..

Un inchino,
Simo

Simona io riconosco da tempo le tue capacità sia di far emergere, sia di leggere, nelle parole degli altri, il sottotesto (scusa la parola tecnica ma credo sia appropriata).
Quello che non capisco è: perchè hai smesso di farlo?

Un abbraccio.

Non ho smesso..
o meglio continuo a "saper leggere" ...
mi è un po' più difficile "saper scrivere" in questo periodo ...

Un inchino,
Simo

La frase manifesto del libro:
"Credo che la notte sia fatta per amarsi, ma scopare la mattina non mi dispiace." G.B.

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