Le bambole di Dresda

In ambiente indie i Dresden Dolls sono una vera celebrità, ma al di là di questa stretta cerchia di pubblico non godono di grande popolarità. Per questo, oggi, le bambole di Dresda puntano al successo senza mezzi termini. Vogliono fare il botto e non lo nascondono. Non ci riusciranno, non ora. Questo secondo capitolo è ancora troppo complesso, troppo raffinato e troppo differente rispetto al loro precedente, omonimo, capolavoro – se non lo avete rimediate subito è un ordine! È vero, non potevano ripetersi (anche se, secondo me, così facendo avrebbero raggiunto più pubblico), di conseguenza in questo Yes Virginia sono quasi del tutto scomparse le improvvisazioni e l’attitudine punk, che tanto mi avevano stregato. C’è meno trasporto ma altrettanto godimento. Tutto si snoda con più calma e classe. Yes Virginia è un album poco immediato, dovete superare i primi tre ascolti per iniziare ad apprezzarlo e ad ogni ascolto successivo il gradimento salirà fino a vette parossistiche. Garantito.
Il gruppo si è formato nel 2000 a Boston ed è composto solo da due elementi: alla voce e al piano Amanda Palmer e alla batteria Brian Viglione (di chiare origini campane). Lui suona con grande maestria, accompagnando, senza mai eccedere, la sua avvenente compagna. Lei canta divinamente, scrive testi provocanti, suona il piano senza eccellere ma con un’istintività e una grinta da far paura. Le definizioni accostate a questo improbabile power-duo sono state molte e la più gettonata – coniata dagli stessi D.D – parla di “Brechtian Punk-Cabaret”. Tuttavia, mai come in questo caso appare difficile trovare una formula che si addica alle innumerevoli sfaccettature della coppia americana.
Come potete vedere dalla foto il loro abbigliamento prende spunto dal teatro di inizio Novecento e si va ad inserire in una miriade di influenze che spaziano da Marlene Dietrich, a Kurt Weil, allo stesso Brecht, fino ai più recenti Sparks e Fiona Apple.
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Sono certo che anche Amanda e Brian hanno il vizio di allungarsi le maniche dei maglioncini per infilarci le mani, anche d’estate. Solo le persone dal cuore puro lo fanno, e loro ce l’hanno].
La loro arte è in definitiva una miscellanea di ascendenze musicali e teatrali che fanno pensare ai Dresden Dolls come ad una realtà assolutamente originale. Non tutto è perfetto: c’è qualche sbavatura, qualche piccola ingenuità, ma Yes Virginia non può mancare dalla vostra discarica.

4 commenti:

MMmmmm su fiona apple ci troviamo daccordo per quanto riguarda i Dresden Dolls provvedero' ad acculturami!!!
Baciii

Interessante...

sarà fatto!

Si prevede una bella trasferta il primo giugno a Milano per l'esibizione dal vivo. Se venite fatevi riconoscere!

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