Nel breve volgere di uno sguardo decidemmo di andarcene. Volevamo del tempo tutto per noi, senza alcun vincolo, liberi di fare ogni cosa si fosse affacciata alla mente. Arrivammo a Firenze con qualche soldo e senza programmi. Ci conoscevamo da poco tempo e per sentirci un po’ più a casa decidemmo di prendere una stanza in un hotel dal nome elvetico, non lontano dalla stazione.
La città fu solo uno sfondo, in primo piano sempre i nostri corpi tesi, rilassati, mai distanti. La sua pelle diafana si confondeva con il candore delle lenzuola e non serviva scoprirla per ammirare tutta la sua bellezza. Solo a tratti le discussioni interrompevano il mio coinvolgimento emotivo.
Avevamo appena finito di fare l’amore, lei era ancora sopra di me. Nel passarsi una mano tra i capelli disse:
- Con quante donne sei stato prima di me? Dieci, venti, forse cinquanta?
Non risposi, la sua aggressività mi prese alla sprovvista.
- Stai tranquillo non ti lascerò dei segni visibili sulla pelle, così non dovrai giustificarti con le altre, disse, con un sorriso sardonico stampato sul volto.
- Sappi però, che non riuscirai a liberarti tanto facilmente di me.
- Non credo sia il momento adatto per discutere di queste cose, dissi.
- E invece è il momento migliore, perché solo in questi momenti, voi uomini, perdete la vostra protervia.
- Ma tu mi piaci, dissi, mentre le accarezzavo il seno.
- Non mi basta, rispose. Non ci devono essere differenze tra noi. L’intensità dei nostri sentimenti deve essere la stessa.
- E come facciamo, domandai incredulo.
- Io non posso stare senza di te e per poter vivere non resta che una strada: diventare una cosa sola.
- Devi avere un bel coraggio, dissi.
- Non è solo coraggio è soprattutto amore, disse, mentre prese la borsetta dal comodino.
- Lo vedi questo, disse, mostrandomi uno specchio.
A quel punto presa da una malcelata follia, ruppe lo specchio lanciandolo a terra. Ritornò sopra di me e con un coccio si fece un taglio sull’avambraccio sinistro. Fece cadere le gocce di sangue sul mio petto. Non riuscii a dire niente ero come imbalsamato, tanta era la mia meraviglia. Poi prese il mio braccio destro e fece un'altra incisione, che mi provocò un dolore appena percettibile. Le mie gocce erano vicine alle sue.
- Vedi delle differenze, disse.
- No, risposi.
- Allora siamo sulla buona strada.
Hotel Berna
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3 commenti:
Molto romantico... un po' forte ma mooolto dolce;)
Io a dire il vero ero alquanto terrorizzato, anche se nella realtà le cose sono andate in modo leggermente diverso.
Io sarei fuggita a gambe levate, ma se dici che le cose sono andate in modo diverso...
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