Gattosfatto

Fermo davanti al parco cerco dei segnali di primavera, profumi nessuno. Passeggio e penso. Nella mente ancora gli echi di una canzone memorabile. Mi riempio i polmoni di aria fresca.
Un gatto dal pelo fulvo si ferma a pochi centimetri da me, fissandomi dritto negli occhi. Sono allergico ai gatti, mi allontano, mantengo una distanza di sicurezza. Si muove circospetto e comincia a segnare il territorio intorno a me.
- Senti gatto non sono un tuo rivale men che meno una tua spasimante, perciò smettila di pisciarmi intorno.
Volevo riprendere a sentire l’odore dell’erba fresca, umida, ancora segnata dal passaggio della notte, ma sentivo solo gli odori sgradevoli lasciati dal quel gatto indisponente. Sulla panchina in fondo al giardino vedo un uomo dall’aspetto trascurato. Sento il suo sguardo su di me.
- Non le piacciono i gatti, chiede.
- Sono troppo imprevedibili per i miei gusti e poi sono allergico.
- A volte sono antipatici, ma quel gatto ha un fiuto infallibile, dice.
- Anche una vescica capiente, rispondo io.
- Sa perché le ha annaffiato i piedi, dice.
- A dire il vero no, mi è sembrato strano.
- Perché nella ciotola mi costringe a mettere dell’LSD, altrimenti non mangia.
- Però, sapevo della furbizia felina, ma non credevo arrivassero a tanto.
- Quindi il comportamento di prima è un effetto secondario, dico.
- Direi più una digestione lenta, risponde, alzandosi dalla panchina.
Volevo scappare, correre al primo posto di polizia, ma quell’uomo aveva un sorriso simpatico.
Continuò a parlarmi del suo gatto, mi disse che era capace di scovare, nei boschi adiacenti la frontiera, tutte le droghe gettate dai clandestini in fuga. Aveva trovato qualsiasi cosa. Dalla cocaina alle anfetamine fino all’erba. Capii che anche lui era perdutamente allucinato, ma continuai ad ascoltarlo.

2 commenti:

miaooooooooo:D

eeeeeeeecccccciiiiiiùùùùùùùù!!!!!Che non mi manchi mai...

Posta un commento