Ho sempre cercato di comprendere le generazioni più giovani della mia. Non mi piace atteggiarmi come quello che 'una volta non era così, noi si che abbiamo vissuto'. Ogni generazione ha i suoi lati positivi e negativi, le sue fortune e le sue sfortune. Su una cosa però mi devo rassegnare: non potrò mai capire tutte le novità del gergo giovanile. Sono stupefacenti nella loro fantasia e troppo veloci nella creazione di nuovi termini.
L’altra sera appena sceso dal treno, la mia attenzione, ormai resa al lumicino, è stata improvvisamente destata dal discorso di un gruppo di diciassettenni piazzati in bella mostra di fianco alla fermata del bus. Il classico gruppo di bulletti di periferia: scarpe da ginnastica, pantaloni larghi con il cavallo bassissimo, giacche larghe, le cuffie con l’ultimo di Eminem e il cappellino da baseball.
Durante il saluto rituale, che si realizza tramite una pletora di gesti e pugni dal sapore vagamente tribale, uno di loro dice: "Ciao regaz io vado dal cagabroda a fare un po’ di broda, ci si becca stasera".
Spinto dalla curiosità, e incurante dei pericoli, mi sono avvicinato e ho chiesto loro di spiegarmi il significato di quelle parole, tanto incomprensibili quanto affascinanti. Il più grosso del gruppo dopo avermi fatto sentire 'un arterio' (e non aggiungo altro) mi ricatta: "Solo se ci dai un paio di paglie".
Mentre si spipazzavano bellamente le mie cicche uno di loro dice sbuffando: "Il cagabroda è il benzinaio e la broda è la miscela, anzi se scuci dalle tasche qualche franco ne facciamo di più". Declino la richiesta, saluto, giro i tacchi e me ne vado, che due ricatti sono davvero troppi. Continuo a pensare a quelle parole inspiegabilmente belle e piene di ruvida fantasia, io nemmeno con tutte le sostanze psicoattive del mondo. E voi?
L’altra sera appena sceso dal treno, la mia attenzione, ormai resa al lumicino, è stata improvvisamente destata dal discorso di un gruppo di diciassettenni piazzati in bella mostra di fianco alla fermata del bus. Il classico gruppo di bulletti di periferia: scarpe da ginnastica, pantaloni larghi con il cavallo bassissimo, giacche larghe, le cuffie con l’ultimo di Eminem e il cappellino da baseball.
Durante il saluto rituale, che si realizza tramite una pletora di gesti e pugni dal sapore vagamente tribale, uno di loro dice: "Ciao regaz io vado dal cagabroda a fare un po’ di broda, ci si becca stasera".
Spinto dalla curiosità, e incurante dei pericoli, mi sono avvicinato e ho chiesto loro di spiegarmi il significato di quelle parole, tanto incomprensibili quanto affascinanti. Il più grosso del gruppo dopo avermi fatto sentire 'un arterio' (e non aggiungo altro) mi ricatta: "Solo se ci dai un paio di paglie".
Mentre si spipazzavano bellamente le mie cicche uno di loro dice sbuffando: "Il cagabroda è il benzinaio e la broda è la miscela, anzi se scuci dalle tasche qualche franco ne facciamo di più". Declino la richiesta, saluto, giro i tacchi e me ne vado, che due ricatti sono davvero troppi. Continuo a pensare a quelle parole inspiegabilmente belle e piene di ruvida fantasia, io nemmeno con tutte le sostanze psicoattive del mondo. E voi?
7 commenti:
Nina dillo tu, sembro un ragazzino névero? È l'inside che mi frega, son vecchio dentro azzo, e di brutto anche.
Grazie! grazie per questo fichissimo momento che hai ritenuto doveroso raccontare..mi sono fatta un sacco di risate, qui al lab tutti mi hanno presa per scema...ridevo davvero di gusto e tutto d'un tratto mi sono sentita vecchia.... Ciao stellinaaaaaa!!!
Ada sei tu? Non farti influenzare dall'atmosfera tombale presente in quell'edificio freddo e malefico. Sfogati con delle grasse risate e fai il gesto dell'ombrello se qualcuno reclama. Saranno quasi certamente delle matricole brufolose e zelanti, non possono alzare la voce contro i veterani è contro il regolamento. Devono stare schisci!!Oibò!
Dura sentirsi vecchi eh? Ci si deve impegnare troppo per stare al passo con i tempi..
:-)
Hei .. piano, piano col dirsi "vecchi" .. in fondo siamo tutti ragazzetti noi "trentenni o poco più" !!
:-)
Love,
Simo
oddio...questa mattina ho spalato la neve: ho un male alle braccine! Sembro una di 60 anni, altro che!
;)
Chiara chiamo Agricola (il medico della Giuventuss n.d.r) vedrai lui saprà come metterti di nuovo in sesto (non il paese, eh?).
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