Da qualche giorno prendo il treno molto presto al mattino per andare a lavorare. Il viaggio è una delle cose più interessanti della giornata. I treni nelle ore di punta sono un universo multiforme, tantissima gente indaffarata a dialogare – il più delle volte – con sé stessa. Mi riprometto ogni mattina di schiacciare un pisolino, ma niente, mi piace troppo osservare. Adolescenti nel pieno della loro vitalità, che a fatica tengono aperti gli occhi, impiegati rasati e ben vestiti che leggono il giornale, donne truccate pronte a svolgere il loro compito sul posto di lavoro. Alcuni guardano fuori dal finestrino, altri si guardano fra loro.
Il primo giorno mi sono portato dietro un libro, perché cerco ancora di convincermi che la lettura sia per me un piacere, e invece no, è prima di tutto una fatica e in queste situazioni è davvero invincibile.
In definitiva, fare il pendolare non è poi così male: non parlo non leggo non scrivo e per di più carico a piacimento il mio simil-I Pod. Questa settimana era infarcito così:
- Arab Strap: The Last Romance
- The
- Bloc Party: Silent Alarm + Two More Years
- Dirty Three: Cinder
- Ernest Ranglin: In Search Of The Lost Riddim
- Fare Soldi: One Nation Under A Grande Cassa
- Picastro: Metal Cares
- Sigur Ros: Takk
- Scuola Furano: S/T
- Sufjan Stevens: Illinoise
- The National: Alligator
- The Silver
- The Zephyrs: Bright Yellow Flowers On A Dark Double Bed
-
2 commenti:
Benvenuto nel nel club di chi ammira il cielo !!!
Un inchino,
Simo
Ciao Matteo, ho appena letto del tuo viaggio da pendolare, in effetti viaggiare in treno non é male...! Potresti pero' sviluppare il tuo senso della parlantina...! scherzo...! Ciao L.
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