Le pupille a spillo

Parcheggio l’auto sotto casa. Sono le cinque del mattino e la luce della cucina è ancora accesa. Teresa mi sta aspettando e la cosa non mi tranquillizza affatto. Cerco di riprendermi un po’. Salgo le scale ed entro in casa con un sorriso posticcio. Teresa si avvicina, non mi chiede nemmeno più dove sono stato, mi guarda e dice che se voglio salvare la famiglia devo accettare le sue condizioni.
- Avanti sentiamo.
- Domani andiamo insieme dal medico e ti fai le analisi.
- Le analisi di cosa?
- Non fare il santo, hai due occhi che sembrano le fessure di un bancomat.
- Ho solo bevuto qualche bicchiere.
- Le pupille a spillo le so riconoscere. Matilde sta crescendo e io non voglio che veda suo padre in queste condizioni, perciò o ti dai una ripulita oppure io e la bambina andiamo da mia madre.

Gli studi medici sono tutti uguali, sale anonime, una pioggia di diplomi incorniciati, riviste inutile sul tavolino della sala d’aspetto e una selva di sguardi tristi.
Il dottor Garitta mi fissa come se fossi il peggiore dei criminali.
- Allora signor Carnevali le faremo le analisi delle urine. Lo screening droghe rileverà tracce di metadone, barbiturici, oppio, benzodiazepine, anfetamine, cocaina e cannabis. Nessuna sostanza stupefacente ci può sfuggire. È un quadro completo che, se non ha nulla da nascondere, sarà di sola cornice.
Non rispondo, non per maleducazione o altro, è che i medici quando parlano, e anche quando scrivono, fanno di tutto per non farsi capire. Guardo Teresa con un timido sorriso.
- Grazie dottore è davvero gentile, dice.
L’infermiera, che non deve avere di più di venticinque anni, mi accompagna in bagno. La porta del gabinetto rimane semiaperta e l’infermiera mi fissa la schiena. Ho campo libero. Non riesco a pisciare tanta è l’incredulità. Apro il rubinetto, immagino delle cascate e finalmente mi libero. Sfilo dal polsino della camicia una piccola pipetta Pasteur e aggiungo all’urina una goccia di detersivo per i piatti. La dritta viene da un amico farmacista che ogni tanto si spara qualche spada in compagnia.
- Una goccia di detersivo per i piatti nelle urine denatura gli anticorpi delle droghe e non è più possibile rintracciarne la presenza, disse una sera mentre mi metteva in mano una pipetta.
Non aveva torto, le analisi hanno dato esito negativo. La famiglia è salva e la mia vita resta in pericolo.

6 commenti:

Grazie Laura ;-)

Quando ho letto questo racconto ho provato rabbia, mi sono catapultata in ricordi difficili..
che ogni tanto ritornano, comunque.
L'ultima frase del racconto ... mi ha dato un brivido.. l'avevo già sentita, in un'altra realtà, da un'altra persona che ha scelto di mettere la sua vita in pericolo e di salvare le apparenze.
Un inchino,
Simo

Troppa gente si preoccupa di salvare solo le apparenze, dimenticando il resto.

mamma mia che finale macabro.....

Chissà se hai tratto spunto dalla realtà... domani anch'io vado a fare un tossicologico. Se uso il trucco del detersivo, funziona davvero?

___________KURT R.I.P.__________

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