Tutto è nato all'arci tartufi

Ci sono dei giorni che uno pensa di conoscerla bene, una persona, poi questa persona fa delle mosse che a te tocca ricrederti. Che io cosa conosco, pensavo di conoscerla bene, Elena, invece poi dopo mi è toccato ricredermi. Io di Elena ho capito subito che è una donna con un carattere deciso, sempre molto impegnata col lavoro e che ha un’alta considerazione dell’amicizia. Poi ho anche capito delle altre robe tipo che è una persona allegra, ma mica posso mettermi qui a far giù la lista.
Lei che ama molto il suo lavoro e vive intensamente le persone, poi uno se ne accorge, da quello che vuol farti vedere, che vive intensamente le persone. Per dire, l’ultima volta io a Lugo, mi ha fatto vedere tutti i posti dove passa le giornate: dall’ufficio, al comune, al bar dove va a fare colazione con i colleghi. Poi quel giorno lì, che mi fatto vedere tutti i suoi luoghi a Lugo, a un certo punto è sbucato fuori da un angolo John De Leo che prima mi ha salutato e poi ha detto Ciao Elena. Io, ancora ci penso a quel saluto lì, che lui avrà pensato Io quello non lo conosco ma se è con Elena mi conviene che lo saluto. Dopo io a lei le ho detto subito Porcatroja, mi ha salutato John, che io i Quintorigo, lo considero un miracolo, esser nati in Italia. Lei, per quel saluto, vedermi così felice, si è sorpresa un po’, che lei, salutarlo, è una cosa normale. Poi dopo mi ha pure raccontato che lei, quando lavorava all’arci tartufi, lui passava spesso dal suo ufficio, si sedeva vicino alla finestra e si metteva a scrivere le sue poesie sopra un calepino. Dopo quando finiva di scrivere e rinveniva da quella specie di limbo che è tipico degli artisti quando si mettono in contatto con il loro mondo, le chiedeva di leggerle e di dargli un parere. Desso lei mi ha confessato che alcune eran belle altre eran delle cagate pazzesche poesie un po’ ingenue a tratti giovanilistiche, però lei, che ha sempre un’alta considerazione dell’amicizia, gli ha sempre detto che eran belle o se non lo erano glielo diceva con quel fare tipicamente romagnolo che alla fine ti mette anche allegria.
Questo per dire, che io non l’avrei mai pensato, però se ascoltate i Quintorigo con John che canta, c’è da ringraziare Elena.
Io invece, la cosa principale, per esser felici, un’alta considerazione dell’amicizia, ho imparato.

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14 commenti:

Io te lo dico anche spesso che sei tutto matto, ma te lo dico con quel tipico fare romagnolo che mette allegria.
Per i lettori, sarà un brusco ritorno alla realtà, ma giuro che io non ho nulla a che fare con il successo di John e dei Quintorigo, e nemmeno con la loro separazione (sia mai che gli ammiratori se la prendano con me poi).
Il resto è tutto vero. Nella versione surreale e romanzata "alla bloggointestinale", ovviamente.

(E io ce li ho ancora in mente gli occhioni sgranati di Matteo, quando John lo ha salutato. :D)

Elena novella Yoko Ono?
Non ci avevo pensato.
Dividerà i blogghi dall'intestino.
;)

Figo il John de Leo eh ! ? ;-)

l'arci tartufi??
Mi sa di un posto fantasticamente puzzolente.

Elena, posso diventare anch'io tuo amico? :-P

è molto bella la considerazione dell'amicizia che ha la elena e la considerazione che hai tu della elena stessa.

Bloggo bloggone, a me sa che, con questo post, hai fatto centro. Quindi ti abbraccio e non aggiungo niente.

PS: Quanti ne perdolli stamattina?

"Io invece, la cosa principale, per esser felici, un’alta considerazione dell’amicizia, ho imparato" me la son segnata, come frase :-)

io, le dichiarazioni in prosa, io, ecco, le trovo irresistibili.
;-)

Anche io le trovo irresistibili.. quando sono per me poi di più! (solo che questa forse è per John :D)
'desso poi, sabato, vado da Matteo e lo ringrazio di persona.

@elena ..non so.. a me sembrava per te, nel dubbio tu ringrazialo per entrambi. non credo che john se ne avrà a male ;D

questa è la riprova: dai tartufi posson nascere solo cose meravigliose.

posso dire genio? vabbè tanto ormai l'ho detto.

Ah per inciso, sono capitata qui per caso, in una pausa dal lavoro, perché al sud (Roma), si sa si lavora poco ed infatti io (e tutti quelli che conosco) lavoro solo 12 ore al giorno. E questo perché qualcuno, ha deciso che la nostra generazione 30-40 anni non merita di essere felice... ed invece io nonostante tutto, il lavoro che tra pochi mesi finisce (come fa poi proprio concettualmente un lavoro a finire... non è mica un panino!) la salute che potrebbe andare solo meglio, perché se andasse peggio sarei morta, ed un sacco di problemi di soldi.... bè io in barba a tutti sono felice, perché la sera, o la notte, dipende dal lavoro, torno a casa e trovo il mio amore che dorme nel nostro letto ed il mio cane che mi fa le feste, e mi butto alle spalle un'altra giornata fatta solo di niente.
cmq scusate l'esternazione... in realtà volevo solo farei i complimenti allo scrittore del blog. Grazie!

ma questa è una storia meravigliosa. Mi commuovo! Siete bellissimi! :)

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