Punk a’bbestia

Lugano una delle sue caratteristiche, se uno ci pensa bene, rimane che non trova delle spiegazioni. Come città è una città operosa con la gente che lavora e che è sempre presa a far qualcosa. Van sempre tutti da qualche parte, non san mica bene dove, e guai a rivolgersi la parola. Poi, come in tutte le città, c’è il gruppo che di omologarsi, per niente al mondo, e allora decidono di stare ai margini, di trovarsi un posto, di chiedere magari dei soldi e di far le loro cose senza lavorare. A Lugano uno dei posti è il binario uno della stazione vicino al negozio di alimentari che sta sempre aperto e che si chiama sempreaperto o qualcosa del genere, che io, dei negozi, nemmeno le vetrine, guardo. Ecco io, di questi ragazzi che decidono di stare ai margini ammiro il coraggio, che fan delle scelte, scelte che son radicali, e le scelte radicali esercitano un certo fascino sui deboli di spirito come me, solo che non capisco perché di questi ragazzi, non se ne vede nemmeno l’ombra, la domenica, al binario uno della stazione.
Dev’esser giorno di riposo anche per loro.


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12 commenti:

Boh, io lavoro a Lugano, ma sono di Locarno. Alla gente che sta in stazione a Lugano (e ormai so di cosa parlo) hai proprio poco da invidiare, trovo. Quello che dimostrano non è coraggio...forse malessere.... scriverei di più, ma forse mi prendereste per qualcosa che non sono. Comunque attenzione a definire positivamente persone che non se lo meritano!!

webmaster alcuni di loro li conosco di persona ché ho fatto un'esperienza lavorativa nel sociale, e ti assicuro che a conoscere tutta la loro storia di vita spesso ti chiedi Grazie a quale miracolo abbiano trovato la forza di andare avanti, e che siano vivi, anche se in quelle condizioni, per me è già cosa incredibile. altro che le mie definizioni meriterebbero.

sicuramente nel mezzo ci sono anche le cosidette brave persone ma bisognerebbe essere in grado di individuare le mele marce che rovinano la reputazione di tutti

Io a Lugano ci sono stato ma non ricordo bene ma doveva essere di domenica perché al binario uno non ricordo nemmeno il negozio di alimentari. Forse ero di domenica io. Mi ricordo che per arrivare in treno a Lugano si passa in mezzo a delle montagne che sembra di essere Microsurgeon di Intellevision quando passa in mezzo a un tumore.

Hey! Grazie per essere passato dal mio blog e avermi lasciato gli in bocca a lupo!
;D

Ma...ma...come hai fatto a scoprirmi? In effetti sei stato uno dei primi da cui sono corsa, subito dopo la solenne decisione di riaprire i battenti. Ma poi non so perché, arrivata ai commenti, ho deciso di pensarci un po' su. In realtà non sapevo bene come dirlo. Mi venivano in mente solo frasi stupide.
Ehi, ti ricordi? Sono ancora viva.
Sai, una volta ti commentavo.
Aehmm...toc toc, si può? Sono di nuovo io.

Cose così, insomma.
E invece. Mi hai facilitato le cose.

Una grande sorpresa trovarti tra i primi commentatori. Grazie!

S

Tu, tu mi parlavi di frontiere
di finanzieri e contrabbando...

Io Lugano non l'ho mai vista, ma me la immagino come la canzone, sicchè anche un pò triste. Se ora poi ci metto il binario uno, direi parecchio triste.
Però Matteo, sei sicuro che si possa decidere di stare al binario uno. Non è che qualcuno lo decide e qualcuno ci si ritrova suo malgrado?

marta a tratti Lugano è tanto triste che quella canzone la fa sembrar migliore. per la questione emarginati come ho scritto nel commento precedente, secondo me buona parte di loro son persone estremamente sensibili con delle storie tremende alle spalle, con vissuti del genere il concetto di scelta/rinuncia appare d'importanza sinceramente trascurabile (e non voglio per forza giustificarli tutti). resta il fatto che quelli che scelgono di emarginarsi con coscienza dimostrano un coraggio non comune (è pur vero che non sono molti). poi a dirla tutta il post è ironico (la parola in italico l'ho aggiunta dopo ché mi sembrava non fosse evidente l'ironia, all'inizio sembrava un post a favore dei punk a'bbestia). (adesso con l'italico sembra un post contro i punk a'bbestia). in linea generale provo molta simpatia per loro, in concreto, spesso, soprattutto lavorando per loro, mi hanno fatto perdere la trebisonda. comunque il post voleva essere ironico perché l'ironia è una salvezza.

Insomma non e' che abbia molto da dire, ma passo per un saluto e per dirti che i tuoi ultimi post sono la salvezza delle mie giornate davati a sto macchinario.

Poi boh, se devo lasciare un commento, direi che e' sociologicamente interessante il fatto che gli unici punk rimasti a Londra, nell'eremo di Camden, sono tutti italiani che si guardano attorno con aria spaesata cercando qualcosa che qui e' scomparso da almeno 20 anni. Mi sono spesso domandato perche' senza mai trovare una risposta.

Pero' ecco, era giusto per dire qualcosa, ma ero passato solo per dirti ciao e che ti leggo sempre volentieri.

grazie fabio, anche il tuo commento mi ha reso questa giornata una giornata migliore, grazie davvero. anch'io ti leggo sempre, anche se via feed, e come sai commento poco, non ho mai tempo ed energie sufficienti, accidenti. toccherà venire a Londra a fare il punk per rilassarmi un po'.
;-)

mi hai dato un punto di vista diverso su di loro, li pensavo più della serie mamma sono un ribelle.

lophelia magari la domenica, a lugano, i punk vanno a mangiar lasagne dalla mamma.

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