Due anni

Sono due anni. Due anni che aspetto il nuovo disco di Woven Hand. In questo periodo non solo ho ascoltato fino allo sfinimento il suo predecessore Consider the Birds, ma ho anche temuto il peggio. Dopo lo scioglimento dei Sixteen Horsepower, David Eugene Edwards poteva andarsene e appendere la chitarra al muro, per sempre. Darsi definitivamente alla fede, alla religione, al cristianesimo, passione che lo divora da sempre, e già me lo immaginavo in seminario a pregare in silenzio. Invece è rimasto. In mezzo alla musica. Dentro la vita.
Con reverenza e pieno di aspettative ho accarezzato il
nuovo album quasi fosse una preziosa reliquia. Con artisti di questo calibro ogni lavoro è una piccola sorpresa, nel bene e nel male. Mosiac non è da meno, ma *purtroppo* qualcosa non funziona: melodie medievali, atmosfere asfittiche, senza alcun ricambio, ingabbiate in una autoreferenzialità fine a sé stessa. La chitarra e il clavicembalo confezionano senza accenti particolari la parte strumentale e la voce monocorde non risponde come in passato. Scorre senza lasciare emozioni bloccata da troppa oscurità. A confronto Tony Wakeford sembra un parente stretto di Tonino Guerra. Un folk gotico che non mi piace *più*, anzi vado oltre, mi spaventa, soprattutto se ad interpretarlo è una voce maschile. Ultimamente non digerisco molto gli uomini, ancor più quando vogliono sembrare enigmatici e maledetti oltre misura. Basta. Sarà colpa dei troppi ascolti di gioventù targati World Serpent, e Mosiac è un continuo rimando. Insomma non c’è stato nulla da fare. Non sono riuscito ad ascoltarlo per intero. Ad entrarci veramente. Troppe aspettative, forse. Per riemergere da tanta delusione non potevo che annegare in una voce femminile, suadente come nessuna. Così ho ascoltato Begin to Hope di Regina Spektor ed è stata subito tutta un’altra musica. È lei la diva di ogni pentagramma la madre di ogni pianoforte, che possa mantenere tale splendore per l’eternità.

[Per avallare o confutare quanto scritto è consigliabile scaricare il nuovo album di Woven Hand qui e quello di Regina Spektor qui. Sempre con la solita postilla, comprate se potete].

10 commenti:

mi viene in mente elio in un'intervista che dice "se suonassimo all'infinito il fantasma formaggino credo che impazziremmo tutti...". Ora, non ho ascoltato il disco nuovo dei woven hand (conosco consider the birds, e lo considero una delle colonne sonore della mia adolescenza) ma che ne dici dell'idea che chi "ascolta" un disco rimane comunque legato a una determinata fase artistica, mentre chi "compone" un disco cerca comunque di muoversidi fase in fase? ovviamente ho anch'io esempi di dischi penosi di gente che mi ha fatto sognare...

L'evoluzione di un artista è cosa normale, il problema nasce quando questa evoluzione va in senso opposto rispetto a quella di chi ascolta...in questo caso è successo. Sono io ad essere cambiato. Ho bisogno di altri ascolti pur rispettando l'opera di Woven Hand, che è anni luce più avanti rispetto alla media.
Tra l'altro Andrea, vedo dal tuo blog che ti piacciono gli Evpatoria Report che orecchio! Non sono numerosi i gruppi svizzeri conosciuti all'estero, complimenti. Nell'album di flickr ci sono alcune foto di un loro concerto. Dal vivo sanno creare un'atmosfera molto calda, nonostante il genere non si presti molto...

Poi ci sono momenti che uno vuole andare sul sicuro, smette di comprare dischi per un po', rimette nel lettore il primo Clash e il primo Stooges e passa una settimana a non sentire nient'altro, ch'e' tutto inutile, hanno gia' detto tutto loro (e i Velvet, e i Television e pochi altri).

Esagerato ;-)

sono d'accordo con la necessita' di muoversi, cambiare di ogni artista, ma non hai risposto alla domanda... :-p

non e' che tu sei rimasto "indietro"? senza polemica, of course...

p.s. avessi avuto gli evpatoria ai tempi dello studio, invece di consumare siouxie and the banshees per le versioni di greco!

Andrea, non lo escludo, mai stato all'avanguardia.
Possiamo ridiscuterne quando avrai ascoltato il disco, magari non piace neppure a te ;-)

Quanto sono ignorante...

Francesco, tu la musica la "senti" meglio di me. la mia è una fruizione passiva. tu la fai nascere, c'è molta differenza.

Download in corso...
Saprò dirti poi, di Woven e di Regina. Sono d'accordo sulla teoria delle voci maschili dalla parvenza (pseudo) misteriosa, ma mi prendo il diritto di escludere dalla lista nera nomi sacri come Nick Cave.
Avevo già avuto un assaggio del gorgheggio tormentato di David Eugene Edwards con Blush Music, qualche anno fa. Ma per la verità l'ho trovato un po' troppo pretenzioso e un po' troppo poco convincente. Vedremo, stavolta.

S

Semra come detto per me il miglior lavoro di DEE resta Consider the birds, un capolavoro. Nick Cave mi ha stufato, nonostante sia uno dei miei artisti di sempre.

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