Cominciamo bene

Leggo con sgomento dal Corriere del Ticino di oggi:

Il cinema di Pio Bordoni
Il regista e produttore luganese morto 49.enne
I cineasti ticinesi non sono tanti, ma tra loro va senz’altro annoverato il luganese Pio Bordoni, nato nel 1956 e appena scomparso. Si era diplomato a fine anni ’ 70 al Conservatoire Libre du Cinéma Français di Parigi, realizzando un cortometraggio e lavorando come assistente. Nell’80 è assistente alla regia di Alberto Canetta per Sacra terra del Ticino. Dall’81 all’89 è membro fondatore dello studio pubblicitario Prisma di Lugano. Nell’ 82 e ’83 dirige e produce i documentari in 16 mm. S.Y. Norma ed Eolie. Nell’89 produce e dirige il lungometraggio fiction Ti ho incontrata domani, interpretato da Cochi Ponzoni, Duilio De Prete, Sonia Gessner, Silli Togni, Gian Mario Arringa e con musiche di Sergio Caputo. Il film va fuori competizione al Festival di Locarno, partecipa al Festival di Salerno e riceve la Targa ERI – Edizioni Rai. Nel ’91 Bordoni dirige e produce il mediometraggio in 16 mm. Feedback. L’anno seguente fonda, presiede e dirige il Cisa, il Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive di Lugano; questo sino all’anno scorso quando diventa presidente del Cisa Marco Müller, mentre Bordoni resta direttore generale e assume la carica di vice presidente. Seguono regie di video clip e spot pubblicitari, accanto alle produzioni di Il Pratone del casilino (1994) e Tino e Tano (1995) di Giuseppe Bertolucci. Nel ’97 è regista dello spettacolo lirico Omaggio a Madame Pasta al Kursaal di Lugano e nel ’ 98 dirige e produce Giorni rubati. In seguito produce numerosi lavori approdati a festival internazionali, tra cui Petits désordres amoureux di Olivier Péray (una coproduzione Cisa Service, Ventura Film, Kien Prod. Parigi), che ottiene il Premio Pierrot al Festival di Berlino del ’ 98; L’amore probabilmente di Giuseppe Bertolucci (in concorso a Venezia nel 2000) e Fame chimica di Antonio Boccola e Paolo Vari (coproduzione Cisa Service, Gagarin Prod. Milano, RTSI) presentato alla Mostra veneziana 2003 e Grand Prix 2004 all’ Annecy Film Festival). Nel frattempo firma e produce il cortometraggio Saluti da Mister Frogg, visto nel 2002 al Festival di Locarno e a inizio 2003 alle Giornate di Soletta. All’ultimo Festival di Locarno, nell’agosto scorso, sono stati presentati, prodotti da Bordoni, il documentario tv di Alina Marazzi Per sempre e Raccionepeccui di Giuseppe Bertolucci. Pio Bordoni, della cui attività politica riferiamo nella cronaca cittadina (a pagina 9) era dal 1998 anche membro della Commissione culturale cantonale, che si occupa dei finanziamenti alle attività culturali del cantone, ed era attualmente presidente della sottocommissione Teatro. A fianco proponiamo un affettuoso ricordo di Pio Bordoni firmato da Mario Garriba, regista di In punto di morte, che vinse nel 1971 il Pardo d’oro come opera prima al Festival di Locarno; già assistente alla regia di Fellini, Garriba è un noto sceneggiatore italiano (tra l’altro ha scritto il lungometraggio Ti ho incontrata domani di Bordoni), docente all’università di Firenze e insegnante di lungo corso al Cisa di Lugano. Il Guido a cui fa riferimento Garriba nel suo ricordo è Guido Parini, amico d’infanzia di Pio.

LA TESTIMONIANZA DI UN VECCHIO AMICO
Ti ho incontrato domani
Tra noi amici, Pio è senz’altro quello a cui piace di più vivere. La vita per lui significa stare comodo come se da quella posizione sia possibile sentire più vicina la felicità. Seduto al bar sceglie sempre l’angolo giusto da cui poter guardare ed essere visto, al ristorante legge poco il menù ma parla a lungo col cameriere ed arrivano piatti solo nostri. Se questo non succede, si alza senza mangiare e lascia la mancia. Anche nei fastidiosi incontri di lavoro è sempre elegantissimo, leggermente curioso e leggermente distratto. Ho sempre osservato con stupore quel fazzoletto piegato nel taschino della giacca, in tinta con la camicia o forse coi calzini. Dopo aver lavorato con lui come sceneggiatore per due o tre suoi film, conosco meglio i suoi desideri. Con lui si tira tardi la sera e la vita si allunga, se poi si parla di cinema si allarga e tutto quello che diciamo diventa vero. Domani è il paese dove gli piace vivere. Un paese che lui riempie di amici, automobili sempre nuove, canzoni rigorosamente anni ’ 60, cene con lui ai fornelli a raccontare sapori e profumi immaginari. Ha anche imparato presto a giocare bene a scopone scientifico, studiando di notte le 44 regole del Chitarrella per vincere. Autoironico fino al paradosso pur di sorridere sempre. Un giorno dei primi anni novanta viene a trovarmi a Firenze: vuole aprire una scuola di cinema a Lugano. Non ci credo, non credo alle scuole di cinema, ma lui insiste per avermi. Mi provoca con una delle sue scommesse: se apre la scuola io insegnerò gratis per un anno. Perdo la scommessa ed oggi sono ancora con lui al CISA che nel frattempo con altri professionisti è diventata importante. Sabato mi ha telefonato Guido, il suo più grande amico, e mi ha detto che Pio è morto. Io non ci credo, ha soltanto litigato con me e non vuole vedermi. Domani, come tante altre volte, faremo pace e saremo ancora insieme per le strade a ridere e a prendere i sogni sul serio. Mario Garriba

Il mio ricordo
Pio Bordoni non è stato solo un uomo di cultura è stato soprattutto un uomo coraggioso. Ha creduto nei propri sogni e molti di questi è riuscito a realizzarli. Ha seminato e raccolto dove tutti gli avevano detto che non sarebbe cresciuto un cazzo. Lui è andato avanti e ha avuto ragione. Adesso si è fermato – per quello che possiamo vedere – ma è sicuro che ovunque sia continuerà a sognare.
Io ho avuto il piacere di conoscerlo qualche anno fa durante gli esami di ammissione al CISA. Ricordo che rimase molto colpito dalla mia lettera motivazionale. Usai uno pseudonimo cinematografico feci altrettanto con l’intestazione e riempii il corpo della lettera con un’infinità di rimandi cinematografici, non parlai mai di me.
Al colloquio mi disse: “Lei ha scritto una lettera interessante, ha fatto un esercizio tipico degli attori, si è messo nei panni di qualcun altro”. Gli altri professori presenti non rimasero così colpiti dalla lettera, erano tutti occupati a farmi presente quanto fosse impegnativa, e a volte noiosa, la scuola. Io ovviamente non mi curai troppo delle loro menate mi interessava solo l’opinione dell’uomo al centro del tavolo: Pio Bordoni.
Con un atteggiamento paterno mi fece vedere tutta la scuola, tutte le attrezzature, e mi fece capire che l’esame di ammissione era andato bene: potevo provare a fare del cinema.
Alla fine decisi di frequentare l’università, non ne sono pentito, però mi sarebbe piaciuto conoscere meglio quell’uomo garbato, pieno di stile e di curiosità, un vero artista insomma.

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