Darsi un sacco d'arie

So di essere in minoranza ma tant’è, non ci posso far niente è più forte di me, ogni volta che vedo Daria Bignardi mi vien voglia di maledire il progresso tecnologico perché ancora del teletrasporto non se n’è fatto nulla. Se faccio mente locale (che cazzo vuol dire poi) trovo una sola cosa piacevole: la voce. A questo punto è fuor di dubbio: non so cosa vuol dire fare mente locale.

Tornando alle cose serie, la signora Bignardi non la posso proprio soffrire, con quella sua aria da maestrina che sembra sempre che ti debba rivelare chissà quale verità. La madre di tutti i reality show conduce una trasmissione su La7 che si chiama Le Invasioni Barbariche. L’ho vista solo un paio di volte e sinceramente mi è bastato. È un programma che mi lascia senza parole perché ‘il vorrei ma non posso’ fa sempre una gran tristezza. L’intendimento della Bignardi è di dibattere di problemi seri, ma alla fine la butta sempre in vacca (come capita spesso in televisione). Un’altra cosa che non riesco a reggere del suddetto programma sono le cosiddette interviste barbariche. Che poi non si capisce che cosa abbiano di così tanto crudele, visto che ultimamente la Canalis è stata dipinta come una novella Margherita Haak, ma con in più una strabiliante abilità a digitare sms, due poppe da priapismo e un talento da attrice che la Sarandon a confronto sembra una debuttante alla recita di Natale dell’ultimo oratorio di periferia. Come se non bastasse, qualche puntata prima, pure l'onorevole Santanché sembrava una con un’integrità morale che nemmeno Tina Anselmi. Per le prossime puntate mi aspetto che conferisca il nobel per la pace a Bush e una laurea ad Honorem per meriti letterari a Biscardi. Certo – direte voi – cosa vuoi pretendere da una che vive giorno e notte con Luca Sofri?

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