One Nation One Station

Prendo una breve pausa da una mattina d’intense traduzioni dal tedesco. Vado in cucina a bere un bicchiere di succo d’arancia. Ritorno in camera e compio un gesto automatico: accendo la radio. Per una balorda disgrazia la frequenza non è come al solito su RP, ma è su radio deejay. Non cambio subito perché sento la voce di Enrico Ruggieri, che è in radio per promuovere il nuovo disco “Amore e Guerra”. Non mi piace Ruggieri, soprattutto quando canta, ma è pur sempre meglio della solita camicia nera che ha davvero rotto le palle. Parla dell’Inter, della Milano che conta (la sua) e della sua famiglia. Una noia mortale. Mandano alcune delle sue canzoni che mi astengo dal commentare per ovvie ragioni di decenza. Tra una cazzata e l’altra parte alle 11.45 “Hoppipolla” dei Sigur Ros. Rimango impietrito. Miracolo, su ‘one nation one station’ passano i Sigur Ros. Che cosa succede alla programmazione musicale del calderone di via Massena? Non è la fascia oraria adatta ad una proposta di qualità! Purtroppo c’è poco da sorridere, non siamo di fronte ad una svolta editoriale e nemmeno ad un drastico cambiamento dei gusti musicali degli ascoltatori di quella radio cresciuti a pane e Pausini. Finisce la canzone e quello scienziato di Linus se ne esce con la classica lamentazione da tardo quarantenne frustrato: “Ma perché i giornalisti musicali – quelli delle riviste di un certo tipo – si ostinano a recensire dischi di gruppi sconosciuti? Vogliono farci sentire a tutti i costi degli scemi?”. Secondo me, Linus non deve fare nessuno sforzo particolare per sentirsi scemo, gli riesce bene anche senza leggere le recensioni musicali. E poi che senso avrebbe perdere del tempo a recensire dischi di merda che in fin dei conti sono gran parte del mercato discografico ad alto rendimento?

Con questi mezzi d’informazione siamo in una botte di ferro. La sinistra vincerà le elezioni. Poi al governo avrà sempre i soliti problemi da risolvere. Il primo sarà come fare a distinguersi dalla destra.

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