La speranza è l’ultima a morire: la guerra di Mladen


Ci siamo incontrati davanti all’Università. Faceva freddo e gli avevo chiesto una maglia in prestito per ripararmi dal vento. Come sempre Njego si è dimostrato premuroso portandomi una gran bella maglia e per giunta nera.
L’idea era di andare in Piazza e di vedere la Guerra di Mario. La rassegna si chiama ‘Le vie dei Pardi’ ed è una sorta di piccolo festival in cui si proiettano le pellicole premiate qui. Succede la stessa cosa anche a Milano e a Roma, ma la cornice è parecchio diversa.
Arriviamo e la gente si è già sdraiata su tutte le sedie come se fossero in offerta, non c’è più un posto libero.
Decidiamo di scendere a Mendrisio, di aspettare Mladen che sale da Varese e di farci due chiacchiere e una birra, addio Guerra di Mario. La birra è davvero buona e la serata si sposta su discussioni che non lasciano indifferenti. Mladen racconta della disavventura capitata alla madre e Njego in un delirio storico-intellettuale ci spiega la provenienza dell’adagio: la speranza è l’ultima a morire. Colpiti, e anche un po’ disgustati da cotanta sapienza gli dico (con la birra che incoraggia le neurocazzate): “Ma non poteva morire pure la speranza!?!”. Entrambi ridono e mi rispondo che la speranza non muore mai. Io penso ad un impeto di malcelato ottimismo. Forse è anche così, ma se loro dicono che la speranza non muore mai c’è da crederci. Sarajevo sembrava proprio la fine di tutto e invece loro sono ancora qua. Comincio a riordinare le mie priorità.

4 commenti:

secondo me sto Njego e un gran bravo ragazzo, ed é pure bello, alto e affascinante ;)

Non vale sei come dire...parte in causa...
:-)

sono solo obiettivo :)

ora ci si fa i complimenti da soli? quelli così a casa mia si chiamano "tironi"!! anonymous 2

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