50 centimetri da terra

- Ti ho chiamato sette volte, dove sei stato.
- A tirare giù la panza. Devo tenermi in forma. Lo sai che sto cercando una fidanza.
- Voglio scrivere un libro, cosa devo fare?
- I pellegrini sono partiti per Luordes qualche settimana fa, mi spiace.
- Non sto scherzando.
- Nemmeno io.
- Non esistono dei manuali?
- Ce ne sono molti.
- Tu ne hai.
- Alcuni.
- Ti posso dare due corsi di scrittura. Uno è esteso, l’altro condensato. Io ti consiglio di leggere quello lungo. È pure divertente.
- Quante pagine sono.
- Duecentoquaranta.
- Troppe.
- So che non sei mai andata oltre la quarta di copertina di Bastogne, ma come puoi pretendere di scrivere se ti fanno paura duecentoquaranta pagine.
- Ci sono scrittori che leggono poco, guarda Mino Raitano.
- Non è uno scrittore.
- E chi sarebbe l’autore di questi corsi.
- Giulio Mozzi.
- Mai sentito.
- È uno scrittore che di professione corregge i romanzi degli altri.
- Allora potrei chiedergli un parere sulla mia scaletta.
- Non farlo, si arrabbia facilmente.
- Voglio partire dai miei tredici anni e arrivare fino ad oggi.
- Pensi possa interessare a qualcuno?
- Posso metterci del piccante, non so, stile 100 colpi di spazzala.
- Cazzo, lo sapevo.
- Cosa.
- Che andavi a prendere quel libro di merda.
- Ma se ha venduto una marea di copie, e lei ora è ricchissima.
- Ti interessa diventare ricca e famosa?
- Sì.
- Dimenticalo. Con la scrittura non si diventa famosi. Sono altre le professioni che tirano. Potresti fare la badante, la barista, la basista, la buttafuori.
- Come la buttafuori.
- Ho letto un annuncio ieri, ne cercano una in una casa di riposo. Le persone dopo una certa età diventano piuttosto aggressive.
- Caffelatte e veleno di vipera, stamattina?
- No, solo un calice d'assenzio.
- Quando sarà finito me lo correggerai.
- No.
- Perché?
- Non voglio stare in Ticino per i prossimi tre anni.
- E se lo finisco in tre mesi?
- Inizierò a credere nei miracoli.
- Se non vuoi farlo tu, lo chiederò a qualcun altro.
- Non te lo fa nessuno, a meno che non ci sia la possibilità di pubblicarlo.
- Appunto, io lo voglio pubblicare, da Einaudi.
- Su mille manoscritti ne pubblicano uno.
- Sarà il mio.
- Auguri.
- Il mio compleanno è in novembre.
- Lo so, solo che la scrittura rende le persone bruttissime.
- Ma dai, io non sopporto le rughe.
- Non si tratta di rughe, è che dovrai stare al computer per otto ore al giorno, tutti i giorni della settimana. La tua vita acquisterà significato solo se potrà rientrare in una delle tue storie. Chi scrive vive male. Perde il contatto con la realtà, vive nei suoi personaggi. Perderai le amiche, i tuoi non ti riconosceranno più, dovrai cambiare gli occhiali, ti verrà una tendinite ai polsi, ti spunterà una cifosi e soffrirai di stipsi.
- Cos’è?
- Farai fatica sul cesso.
- Ah.
- Sai una cosa, il libro per ora lo lascio riposare, vedo cosa fare.

3 commenti:

Leggo e rileggo questo dialogo ... e penso : ma no dai! sarà inventato ... mi devo ricordare di chiederlo a Matteo.

Ecco, la tua conferma: " Purtroppo è vero."

Eppure non si può lasciare questo dialogo senza nemmeno un commento!
Il problema è che forse non ne uscirebbe qualcosa di troppo gentile ... ma non è detto!

EHMMMM...
(3 Colpi di tosse)

Avrà mai provato con i cruciverba facilitati? Questa ragazza sembra vivere in un mondo di porcellana,
nella bella palla con la neve artificiale e il vetro tutt'attorno..

Concordo con te.. con la scrittura non si diventa famosi ... Credo tu abbia presente il gusto profondo di scrivere col cuore, quello che molti non riescono nemmeno a leggere.. Questo è scrivere. Le parole sono frammenti di immagini passate, un oblio di coscienze, le notti dell'insonnia, confessione ad un diario, l'eco di ore ,di giorni, di attese ... scrivere è semplicità, è emozione.. che sa renderti più ricco che non la fama di aver pubblicato..

Un inchino,
Simo

PS: Mi sono scaricata il corso esteso di Giulio, che leggerò nei miei viaggi giornalieri!

Simo vedrai che il corso di scrittura ti piacerà. Giulio Mozzi è contento che l'abbia messo sul blog (io pensavo mi prendesse a calci).
Ho visto che hai commentato anche il racconto 'La spirale' sei davvero grande! Hai provato ad ascoltare l'adattamento radiofonico? È recitato e musicato molto bene.
Per quello che riguarda questo dialogo devo dire che ogni volta che si fa della narrativa si ricorre alla fantasia. Perciò non tutto corrisponde al vero. Tuttavia i nodi concettuali sono reali.

Sono venuta nel cuore della notte a rileggere questo post insieme a Paolo... sai com'è, dopo il fiki fiki, abbiamo avuto un bloggointestinale e ci sei venuto in mente. ;-D
Be' ancora adesso che ci penso, mi dico: "che strünz che sei stato!", mi avevi trattata proprio male.
Ma prima o poi un post di risposta arriva. :-)

ps: ci sentiamo per stasera. Kiss kiss

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