Delle volte la vita ti mette dinnanzi dei segnali che te dici C'è qualcuno che vuol dirmi qualcosa. Che tipo io adesso sto leggendo un libro edito da Fannucci che si chiama Tra Mosca e Petuski. Una volta questo libro, che si intitola Tra Mosca e Petuski, quando l'aveva pubblicato Feltrinelli si chiamava Mosca sulla vodka e secondo me come titolo era più azzeccato, perché questo libro è un libro che te se lo leggi ti rendi conto che davvero i russi hanno quaranta modi diversi per dire ubriacarsi. Tipo come gli eschimesi che ci hanno chissà quanti modi per dire bianco, che loro siccome son circondati dal colore bianco ne vedono di sfumature che noi neanche a morire. Questa cosa degli eschimesi mi ricordo c'è la dicevano sempre all'università nei corsi di semiotica, per farci capire quanto la materia fosse complicata. Io, i corsi di semiotica, ci capivo abbastanza. Soltanto un anno, che questi corsi li teneva uno dei maggiori esperti mondiali di semiotica, mi son sembrati una gran buriana. Questo grande esperto di semiotica uno lo conosceva per nome sin dal primo giorno, che tutti i discorsi del decano finivano sempre con la frase Questa è una università prestigiosa, ci insegna anche Uspenskij (come a dire prima di entrare qui, pulitevi le scarpe).
Ora io non è che voglio star qui a dire quanto la gente esperta in qualche cosa sia totalmente incapace a trasmetterla, però davvero non ero solo io, tutti durante quei corsi di semiotica, quelli tenuti da quel luminare russo, non ci capivamo una minchia di niente. Non si capiva proprio il suo inglese, si mangiava le parole e alla fine ci guardavamo tutti con degli occhi increduli, come se ci mancasse qualcosa per chiudere il cerchio. Adesso io, per via del libro che sto leggendo, son davvero felice, ché finalmente ho capito come chiudere quel cerchio. Che se uno apre quel libro, dico quello edito da Fannucci, c'è il caso che legga questa perla:
Alla fine colla vodka è normale mangiarsi le parole, solo che se a dirtelo è Venedikt Erofeev, fa un certo effetto.
Ora io non è che voglio star qui a dire quanto la gente esperta in qualche cosa sia totalmente incapace a trasmetterla, però davvero non ero solo io, tutti durante quei corsi di semiotica, quelli tenuti da quel luminare russo, non ci capivamo una minchia di niente. Non si capiva proprio il suo inglese, si mangiava le parole e alla fine ci guardavamo tutti con degli occhi increduli, come se ci mancasse qualcosa per chiudere il cerchio. Adesso io, per via del libro che sto leggendo, son davvero felice, ché finalmente ho capito come chiudere quel cerchio. Che se uno apre quel libro, dico quello edito da Fannucci, c'è il caso che legga questa perla:
Tutti questi Uspenskij e Pomjaloskij senza un bicchiere non potevano scrivere neanche una riga! L'ho letto e lo so! Bevevano come dannati! Tutta la gente onesta della Russia...e perché bevevano? Ma bevevano per la disperazione! Bevevano perché erano onesti, perché non erano in grado di alleviare la sorte del popolo.
Alla fine colla vodka è normale mangiarsi le parole, solo che se a dirtelo è Venedikt Erofeev, fa un certo effetto.
technorati tags: vodka, semiotica, Uspenskij, Tra Mosca e Petuski, Università della Svizzera italiana
4 commenti:
самый красивый язык в мире. поцелуи.
Wooooow sono contenta di non aver neanche mai dovuto aprirlo, il cerchio intendo.
Bel libro e pensiero azzeccato. Ma chi è la donzella che ti scrive in russo? Vado subito a curiosare. Altri consigli su autori russi?
Chissà, chissà chi è la donzella.
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