Lugano è una città a vocazione turistica. Il turista tipico proviene per lo più dalla Germania e dalla Svizzera tedesca. In Svizzera interna (presumo anche in Germania) ogni automobilista è obbligato, nei pressi delle strisce pedonali, a fermarsi. Il pedone ha sempre la precedenza sul traffico motorizzato. C’è solo un’eccezione: il mezzo pubblico. Se sei a piedi devi fare attenzione all’arrivo dei mezzi pubblici loro hanno la precedenza suprema.
Per il resto il pedone può girare tranquillo e beato, sa che se si avvicina alle strisce gialle l’auto in arrivo si ferma, anche se è guidata dal CEO della Novartis.
Quando questi turisti si presentano in Ticino non sanno come comportarsi. Sembrano dei pesci fuor d'acqua. Sanno di essere in Svizzera, ma si vedono sfrecciare ogni sorta di bolide senza la benché minima considerazione per chi va a piedi. Non sono persone dalla fama eccelsa, l'idea più benevola e comune è che siano reattivi come dei gatti di marmo. Tuttavia si può comprendere il loro approccio, piuttosto problematico, con la mandria anarchica su gomma.
Oggi in una strada trafficata del centro ho visto due coppiette di turisti tedeschi che si apprestavano a guadare la strada in una zona senza le strisce. La prima ha portato in salvo le chiappe perché molto decisa nell’affrontare la savana luganese.
La seconda, formata da un ragazzo biondo e da una dolce fanciulla filiforme dai tipici lineamenti nordici, non si è dimostrata altrettanto pronta.
Inizialmente, lui non si è fatto intimorire dal mio arrivo e ha attraversato con decisione, mentre lei è rimasta piuttosto impaurita al suo posto. Il ragazzo a metà corsia si è accorto che nessuno gli teneva la mano, si è girato e ha visto lei ancora titubante sul marciapiede. Ha avuto anch’egli un attimo d’esitazione, è tornato indietro, ha preso la mano di lei, l’ha tranquillizzata, ha aspettato che passassi, e poi si sono incamminati insieme. Hanno attraversato la strada incolumi e felici. Questo senso di protezione mi ha commosso.
Sono scene d'altri tempi.
Per il resto il pedone può girare tranquillo e beato, sa che se si avvicina alle strisce gialle l’auto in arrivo si ferma, anche se è guidata dal CEO della Novartis.
Quando questi turisti si presentano in Ticino non sanno come comportarsi. Sembrano dei pesci fuor d'acqua. Sanno di essere in Svizzera, ma si vedono sfrecciare ogni sorta di bolide senza la benché minima considerazione per chi va a piedi. Non sono persone dalla fama eccelsa, l'idea più benevola e comune è che siano reattivi come dei gatti di marmo. Tuttavia si può comprendere il loro approccio, piuttosto problematico, con la mandria anarchica su gomma.
Oggi in una strada trafficata del centro ho visto due coppiette di turisti tedeschi che si apprestavano a guadare la strada in una zona senza le strisce. La prima ha portato in salvo le chiappe perché molto decisa nell’affrontare la savana luganese.
La seconda, formata da un ragazzo biondo e da una dolce fanciulla filiforme dai tipici lineamenti nordici, non si è dimostrata altrettanto pronta.
Inizialmente, lui non si è fatto intimorire dal mio arrivo e ha attraversato con decisione, mentre lei è rimasta piuttosto impaurita al suo posto. Il ragazzo a metà corsia si è accorto che nessuno gli teneva la mano, si è girato e ha visto lei ancora titubante sul marciapiede. Ha avuto anch’egli un attimo d’esitazione, è tornato indietro, ha preso la mano di lei, l’ha tranquillizzata, ha aspettato che passassi, e poi si sono incamminati insieme. Hanno attraversato la strada incolumi e felici. Questo senso di protezione mi ha commosso.
Sono scene d'altri tempi.
2 commenti:
Scena fichissima...esiste ancora questa specie di uomini? pensavo ormai fossero estinti, ed invece.. surprise!ecco ancora un esemplare rarissimo che si aggira in quel di Lugano; non é possibile clonare il tedesco in modo da averne qualcuno anche qui in Ticino? Dai please, lancia una campagna di sensibilizzazione!!!
Io sono così, a volte.
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